CAMPIONATO PRIMAVERA 2023-24
Regular s. - Fase finale - Finalissima - Albo d'oro

FINALE

Venerdì 31 maggio 2024, ore 20.30
Viola Park, Bagno a Ripoli (FI)

SASSUOLO-ROMA 3-0

SASSUOLO (4-3-2-1) Theiner; Cinquegrano, Corradini, Loeffen, Falasca; Kumi, Lopes, Leone; Bruno, Knezovic (35’st Ravaioli); Russo. A disp. Scacchetti, Di Bitonto, Baldari, Mussini, Rovatti, Beconcini, Pigati, Neophytou, Minta, Parlato. All. Bigica
ROMA (4-3-3) Bellucci Marin; Mannini (31’st Levak), Keramitsis, Plaia (35’st Golic), Oliveras; Pisilli, Romano (21’st Graziani), Pagano; Joao Costa (21’st D’Alessio), Alessio (21’st Misitano), Cherubini. A disp. Razumejevs, Ienco, Chesti, Vetkal, Marazzotti, Ivkovic. All. Guidi
ARBITRO Turrini di Firenze (Decorato-Marchese; Pezzopane)
MARCATORI 2’pt Falasca, 14’st Cinquegrano, 20’st Russo
NOTE ammoniti Bruno, Oliveras, Pisilli, Kumi, Scacchetti

Erano tutti per la Roma, i favori del pronostico, nella finale del campionato Primavera: il Sassuolo era arrivato quinto in regular season, a quota 54, mentre i giallorossi, che avevano cominciato la stagione vincendo la Supercoppa al Via del Mare, in casa del Lecce di Coppitelli, erano finiti secondi, 65 punti contro i 67 dell’Inter, solo per via di un assurdo verdetto del giudice sportivo, per la sostituzione di un 2003 con un 2004, che aveva trasformato in 0-3 a tavolino la vittoria della seconda giornata a Empoli. Negli ultimi giorni però la squadra di Emiliano Bigica aveva fatto due imprese tra playoff e semifinale, eliminando l’Atalanta – che aveva rimandato in Primavera anche ragazzi che avevano giocato in C con l’U23, come il bomber Vlahovic, Palestra, Muhameti, Medicino e Comi – e l’Inter. E si è ripetuta in finale, dopo un buon primo tempo dei giallorossi, che pure avevano portato i pezzi grossi, già visti in serie A, come Joao Costa, Pagano e Pisilli. Erano partiti meglio, i ragazzi di Federico Guidi: il più vivace è il brasiliano Joao Costa, tre presenze con Daniele De Rossi, che pure era stato deludente nella semifinale vinta 3-2 con la Lazio.

La Roma sembra in controllo della gara, ma non affonda, si arriva all’intervallo, si riparte senza cambi, e alla prima azione il capitano neroverde Kumi – campione d’Europa U19 con l’Italia, già lanciato in A – si libera di un paio di difensori e va al cross, deviato in angolo. Dalla bandierina Knezovic, fantasista croato dal mancino educatissimo, Marin allontana, sulla respinta si avventa il terzino sinistro Falasca – arrivato in neroverde a fine agosto, dopo aver fatto tutta la trafila proprio con la Roma – calcia di sinistro al volo e sblocca il risultato, al 2’. Dalla bandierina anche il raddoppio, e sempre segnato da un terzino, al 14’: ancora Knezovic a battere, colpo di testa del numero 2 Cinquegrano, che sovrasta Oliveras e manda in porta, rimbalzo sulla parte bassa della traversa, deviazione di Bellucci Marin, palla in rete. La Roma accusa il colpo, e nel giro di altri 6’ incassa pure il terzo: un disastroso Oliveras si fa togliere palla sulla trequarti da Bruno, palla per Kumi che trova a centro area il centravanti Russo, controllo e tiro, 3-0.

Vincerà anche il premio di MVP delle finali, il numero 9 neroverde, ex Foggia e Catania: classe 2004, è uno di quelli che potrà beneficiare della retrocessione per proporsi in prima squadra. Nel finale sugli scudi anche un suo coetaneo, il portiere Theiner, che toglie dalla porta un destro del solito Mannini – ancora una volta tra i migliori, partendo da terzino destro e chiudendo da ala – a 14’ dalla fine, quando i giallorossi avevano ancora un barlume di speranza di poterla riaprire. Alessio, decisivo in semifinale con una rovesciata da cineteca, non si ripete e lascia il posto a Misitano, capitan Cherubini si vede poco dopo un colpo molto duro preso da Leone nel primo tempo, Joao Costa cala col passare dei minuti, Pagano prova più la conclusione che la giocata di squadra, la conclusione più pericolosa la piazza Levak, croato alto e slanciato subentrato davanti alla difesa, ma Theiner si supera di nuovo. E Guidi, a fine gara, avrà parole che sanno di addio, dicendo di non aver avuto un interlocutore per parlare del rinnovo del contratto, in scadenza: in molti lo danno vicino al Milan, dove ritroverebbe per la terza volta Vincenzo Vergine, dopo Firenze e Roma, e dove Ignazio Abate ha già annunciato l’addio.